Sotto l’albero la Calabria che scrive e resiste
La Calabria è fatta di storie, di eventi che non sempre trovano spazio nell’immaginario collettivo. I calabresi stessi, troppo spesso, non le conoscono, le ignorano pur avendole a due passi da casa. Storie di ‘ndrangheta, ma anche storie di coraggio. Storie di luoghi erosi dal degrado e dall’abusivismo. Esiste, oggi, una generazione di giovani scrittori che si impegnano affinché questa memoria cominci ad essere collettiva, affinché si riscopra la storia dei luoghi e delle persone. I libri diventano i depositari della conoscenza, gli animatori di dibattiti inediti, il movente per una crescita intellettuale consapevole per coloro i quali questa terra la vivono ogni giorno e per quelli, invece, che la guardano da lontano facendosi tante domande e riscuotendo poche risposte. Regalare e regalarsi un libro che racconti la Calabria seguendo questo taglio, allora, può diventare un’ottima occasione per colmare i vuoti, approfondire tematiche, interrogarsi e riflettere, conoscere e fare propri gli avvenimenti che costituiscono una buona parte della storia dimenticata, tralasciata, sottovalutata di questa terra.
Ve ne suggeriamo alcuni
Giuseppe Trimarchi, Calabria ribelle. Storie di ordinaria resistenza (Città del Sole, 2012) -Quelle contenute in questo libro sono le storie di Gaetano Saffioti, Deborah Cartisano, don Pino de Masi, Stefania Grasso, Mario Congiusta, Liliana Carbone, Michele Luccisano che fanno valere il loro status di cittadini liberi opponendosi quotidianamente alla ‘ndrangheta ritrovatisi a "guerreggiare perché costretti dalle drammatiche sequenze di una vita complicata e difficile" alla ricerca costante di verità e giustizia. (Approfondisci)
Lou Palanca, Blocco 52. Una storia scomparsa. Una città perduta (Rubbettino, 2012) – Nell’aprile del 1965, a Catanzaro, moriva, vittima di un agguato, Luigi Silipo, sindacalista dei braccianti ed esponente di spicco del PCI. Nessuno si ricorderà più di lui, la sua lapide è ingoiata insieme alle altre nel blocco 52 del cimitero di Catanzaro. La sua storia, però, relegata nel dimenticatoio dell’opinione pubblica, ritorna in auge grazie al lavoro del collettivo Lou Palanca (Fabio Cuzzola, Valerio De Nardo, Nicola Fiorita, Maura Ranieri, Danilo Colabraro) che, con narrazione da romanzo, cerca di ridare spolvero ad un fatto di sangue ancora privo di una verità giudiziaria certa. Un omicidio senza un chiaro movente, senza mandanti né esecutori.
Giovanni Tizian, La nostra guerra non è mani finita (Mondadori, 2013) – La sera del 23 ottobre del 1989 la panda rossa su cui viaggia Giuseppe Tizian viene fatto oggetto di ripetuti colpi di lupara. Giuseppe muore sul colpo e per Giovanni si aprono le porte di una nuova vita, lontano dagli sguardi compassionevoli della gente. Ma quella ferita, per un padre strappatogli via troppo presto, resta aperta e chiede di essere raccontata. Sotto forma ora di diario, ora di inchiesta Tizian traccia la storia di trenta anni di legami tra la ‘ndrangheta e l’Emilia Romagna dai sequestri di persona fino alle minacce di morte subite.
Katia Colica, Il tacco di Dio. Arghillà e la politica dei ghetti (Città del Sole, 2009) – Arghillà è uno dei quartieri periferici più martoriati e poveri di Reggio Calabria. Un quartiere senza identità, una realtà urbana che assume i contorni del ghetto per l’umanità esplosa che lo abita: zingari, spacciatori, abusivi, extracomunitari, prostitute, barboni. Un non luogo narrato con la vena della romanziera, ma anche con l’occhio tecnico dell’architetto: un mix di storie umane che si sovrappongono all’indagine sociologica su cosa sia ghetto e sul che cosa rappresenti. Una denuncia cruda che punta al cuore della città metropolitana.
Romina Arena, Paola Bottero, Francesca Chirico, Cristina Riso, Alessandro Russo, La ‘ndrangheta davanti all’altare (Sabbiarossa ED, 2013) – c’è una chiesa che resiste ed una chiesa che si volta dall’altra parte. Una chiesa che si oppone alla ‘ndrangheta con pratiche quotidiane di legalità ed una chiesa che chiude gli occhi, che preferisce non vedere, che al chiuso dei confessionali impartisce perdono e benedizione ai mafiosi. Questa opera vuole gettare il seme della provocazione rompendo il silenzio che fascia tematiche scottanti come il connubio tra chiesa e criminalità organizzata, raccontando, declinati nei dieci comandamenti, gli episodi nei quali la ‘ndrangheta si è presentata, accolta, davanti all’altare e quelli nei quali, invece, dall’altare la ‘ndrangheta è stata rifiutata. (Approfondisci)
Francesca Chirico, Io parlo. Donne ribelli in terra di ‘ndrangheta (Castelvecchi, 2013) – La donna, nei clan, è una presenza silenziosa per la quale non sono previsti gradi né gerarchie da scalare. Tutto il sistema si alimenta sul silenzio ed infrangerlo non è ammesso. Nelle fitte maglie di questa rete qualcosa sfugge ed è proprio la voce delle donne: quelle dei clan, che parlano; quelle delle figlie delle vittime di mafia che resistono; delle madri caparbiamente aggrappate alla sete di giustizia per il loro figli svaniti nel nulla. Coi toni della narrazione ed il rigore dell’inchiesta, Francesca Chirico restituisce queste storie alla memoria collettiva. (Leggi la recensione)
Danilo Chirico, Alessio Magro, Dimenticati (Castelvecchi, 2010) – La Calabria in cui la vita, per la ‘ndrangheta, vale meno della pallottola usata per portarla via, è raccontata attraverso le storie di uomini e donne, vittime innocenti dimenticate dallo Stato e dall’opinione pubblica. Chirico e Magro si sono presi sulle spalle l’onere di rimettere a fuoco storie inabissate, vicende oscure sulle quali spesso non si è mai giunti a verità giudiziarie. Un mosaico di 300 vittime incolpevoli, trucidate dalla ‘ndrangheta, in cui figurano semplici cittadini, le vittime dei sequestri di persona, magistrati, militanti politici, sindacalisti, imprenditori, commercianti a cui questo corposo volume, ricostruendone le storie, da finalmente un volto. (Approfondisci)
Antonio Nicaso, Nicola Gratteri, Acqua santissima (Mondadori, 2013) – Già dall’Ottocento gli uomini della ‘ndrangheta hanno goduto del silenzio indifferente della chiesa e solamente a partire dagli anni Cinquanta del Novecento si ha conoscenza delle prime denunce e delle lettere pastorali che affrontano chiaramente il problema della ‘ndrangheta. Ma il nodo del rapporto tra la criminalità organizzata e la chiesa non si è mani sciolto, continuamente alimentato da entrambe le parti in un miscuglio di tradizione e devozione distorta, di interessi e indifferenza. Gratteri e Nicaso ricostruiscono questo scandaloso abbraccio tra boss e uomini di chiesa raccontando le storie di coloro che si sono piegati alle logiche criminali e di coloro i quali, invece, le hanno rifiutate.
Rosella Postorino, L’estate che perdemmo Dio (Einaudi, 2009) – una famiglia del profondo sud è costretta a trasferirsi in una località del cantone italiano della Svizzera per sfuggire ad una sentenza irrevocabile di morte. Con ancora nelle orecchie l’esclamazione della zia Nuccia "Chi focu chi ‘ndi vinni", Caterina, figlia di Salvatore su cui pende la condanna, racconta la storia dal suo punto di vista: la fuga, la condanna, l’assoluzione. Il perdono. In un romanzo dove famiglia e malavita si sovrappongono e si confondono, la Postorino riesce ad aprire una breccia nel familismo che è il primo dei muri incrollabili della criminalità organizzata.
Vins Gallico, Portami rispetto (Rizzoli, 2010) – In una torrida notte di agosto due uomini appiccano fuoco ad un cane che inoltrandosi nel bosco provocherà un incendio di ampie dimensioni. Per gli inquirenti giunti sul posto, però, non si tratta solo di quantificare i danni, ma anche di riconoscere due cadaveri carbonizzati. Tina Romeo, giornalista sportiva inviata sul posto per seguire il caso si troverà al centro di una guerra trasversale tra faide in cui la sua stessa vita è in pericolo. Graffiante ed ironico, Gallico svela l’anima cupa della Calabria tutta infestata dal germe della mafia in cui, forse, le parole sono l’unica salvezza possibile.
Per una bibliografia completa e più approfondita, è possibile consultare la sezione sulla ‘ndrangheta realizzata da Stopndrangheta.it presso la Biblioteca del Consiglio Regionale della Calabria. Centinaia di libri, e-book, dvd, saggi e letteratura straniera, un universo di contenuti a portata di click, un autentico patrimonio di conoscenze a disposizione di tutti (vai al link).